Il  Neuroma di Morton è una infiammazione di tipo Nevralgico che interessa il nervo interdigitale (nervo situato tra lo spazio del  3° e 4° dito del piede), che appare ispessito e gonfio, e determina un dolore acuto, a volte intermittente.
Generalmente è espressione di un processo patologico non acuto, piuttosto, come una condizione finale di un processo iniziato molti anni prima. Si manifesta spesso in persone con età compresa tra i 35 e 55 anni con una leggera prevalenza di casistica sbilanciata nei confronti delle donne.

Con il termine metatarsalgia s’intende una serie di sindromi dolorose corrispondenti alla regione plantare del piede riferita alle teste metatarsali. Le ossa metatarsali sono le ossa lunghe del piede. Si trovano tra le ossa che formano la caviglia (ossa tarsali) e le ossa delle dita (falangi).
Le patologie di metatarsalgia si dividono comunemente in:

a) metatarsalgie biomeccaniche

b) metatarsalgie non biomeccaniche.
Nel primo caso, siamo di fronte ad una patologia algica sostenuta da squilibri di carico, attribuibili ad anomalie di lunghezza dei raggi metatarsali, anomalie di posizione dei raggi metatarsali oppure anomalia di motilità di uno o più raggi del Lisfranc, come per gli esiti post-traumatici.
Parlando di Metatarsalgie biomeccaniche la cosa fondamentale è capire se sono da II Rocker o III Rocker, una volta identificato questo si va a ricercare il problema:
a) II Rocker: metatarsale plantarflesso
b) III Rocker: meta lungo (generalmente il 2-3) oppure anche in concomitanza e non alluce limitus/rigidus, ridotta stiffness M1, Instabilità C1M1 in alluce valgo, I meta insufficiente in index minus
Gli ultimi studi indicano che il problema va affrontato compensando queste disfunzioni (anatomiche o biomeccaniche) in due modi:
1) Ortesi plantare e se non funziona
2) chirurgia.
Le metatarsalgie non biomeccaniche, invece, hanno origine da interessamento flogistico articolare o para-articolare da malattie sistemiche (artrite reumatoide, lupus eritematoso sistemico, etc…) oppure da affezioni locali (come nel caso dell’artrite settica).
A volte la metatarsalgia presenta lesioni definite ai nervi interdigitali definite con il nome di Neuroma di Morton o meglio Neuroma Civinini-Morton, polinevriti, lesioni vascolari o altre lesioni dei capi articolari (Malattia di Kolher, osteonecrosi asettica della testa del II osso metatarsale) o dei tessuti molli. Viene di solito riscontrata tra 3° e 4° dito, mentre il neurinoma di Joplin tra 1° e 2° dito.
Le cause del morbo di Morton sono molteplici e sarà fondamentale quindi non soffermarsi alla sola constatazione della fibrosi del nervo, piuttosto è fondamentale da parte del medico, un esame accurato per poter fugare le cause che hanno generato il neuroma di Morton. Sostanzialmente la precisa causa che determina il neuroma di Morton e ne predispone la comparsa è sconosciuta.
Cause anatomico-strutturali:

Il Piede ha una anatomia molto complessa, e anomalie morfostrutturali congenite (dalla nascita) o acquisite (Traumi) possono creare problemi di contatto e irritazione alla zona che circonda il nervo. Sopra tutto una metatarsalgia potrebbe essere una causa scatenante. Altre cause anatomiche possono essere le deformità del piede, come i piedi piatti o cavi.
Cause adattive:

Spesso l’uso prolungato di calzature strette, poco comode, o calzature con tacco eccessivo portano a sovraccaricare l’avampiede, e una frizione sulla zona del nervo possono causare dolore tra i metatarsi
Cause Posturali (Squilibri):

L’appoggio plantare nel soggetto normale deve essere equilibrato, e spesso uno squilibrio in un’area anche lontana, può portare ad un sovraccarico a carico di una determinata zona del piede, quando si manifesta nella zona dei metatarsi, è facile che si verifichi una infiammazione con presenza di morbo di morton/neuroma di morton.
Cause legate a stress dinamico:

Alcuni sport prevedono un gesto sportivo ripetuto, portando a fenomeni di stress sulle strutture che lo subiscono. Tra questi i più pericolosi per questa patologia, c’è sicuramente il Calcio, la pallavolo (per i continui traumi da appoggio), e sopra tutto la corsa e il running. Certamente il continuo “sfregamento” può causare una formazione attorno al nervo di un tessuto cicatriziale che può comprimerlo.
Cause legate a deformità:

In alcuni soggetti uno squilibrio momentaneo può determinare la comparsa della patologia che magari era latente

La Sintomatologia del Neuroma di morton /neuroma, è molto variegata e spesso con sintomi davvero molto fastidiosi. Spesso se la causa è individuata nella prima fase, regrediscono non appena si elimina la causa. Tale sintomatologia si acuisce se a causarla sono stress meccanici ripetuti come le cause legate a stress dinamico, o nelle cause adattive.
Schematizziamo i sintomi del neuroma di morton che ricordiamo possono colpire sia il piede di destra che sinistro per riconoscere velocemente la patologia:
• Dolore:

È il classico dolore che viene riferito e avvertito nella zona anteriore del piede, e che il paziente indica proprio tra le dita dei piedi. È abbastanza facile intuire il nervo interdigitale interessato, il dolore si concentra tra le due facce interne delle dita dei piedi interessate dalla patologia. Spesso la sensazione dolente diventa insopportabile tanto da spingere il soggetto a togliere la scarpa per annullare la compressione
• Bruciore:

Essendo una nevralgia i sintomi di tipo sensitivo sono frequentissimi. Purtroppo, essendo di tipo neurologico, possono manifestarsi in un’area focalizzata oppure estendersi in un’area ampia del piede, e sopra tutto non beneficiano dei rimedi classici per le infiammazioni muscolo-articolari
• Formicolio:

Anche questo è un sintomo di tipo neurologico, che può estendersi per un’area grande, si accentua con la pressione, per cui se la causa sono calzature strette
• Intorpidimento e parestesia:

Altro sintomo di tipo neurologico
• Presenza di vesciche o duroni e calli sulla pianta del piede che ci danno una idea di non corretto carico.
• Segno di Mulder:

Test di tipo diagnostico, che consiste in una pressione che viene praticata dal medico sulla zona, ma sopra tutto quando afferrando il piede ai due lati, si comprime generando dolore e può avvertirsi un click e si costringe il nervo a fuoriuscire.
Per diagnosticare il morbo di Morton ci si affida sopra tutto alla clinica, ma per completezza il medico potrebbe richiedere un approfondimento diagnostico, vista la somiglianza del problema con patologie come la metatarsalgia, frattura dei metatarsi o la sesamoidite.

Per questo in caso di Dolore alla zona anteriore del piede che viene esacerbato dalla compressione trasversale dell’avampiede, si deve sempre fare diagnosi differenziale.
Gli esami che possono essere consigliati per individuare la patologia sono quindi:
• Lastra Rx: Esame semplice, economico, che permette un grado elevato di differenziazione, in quanto ci mette in evidenza la morfo struttura del piede, la posizione dei metatarsi, le malformazioni congenite o acquisite. È l’esame principe che DEVE essere eseguito sempre per iniziare.
• Risonanza magnetica: Esame non sempre prescritto, ma che fornisce informazioni importanti sui tessuti molli
• Ecografia: Spesso dopo la lastra può essere di aiuto eseguire una ecografia per constatare il livello di fibrotizzazione del nervo ed eventualmente compressione
• Elettromiografia: È l’esame che studia la dinamica funzionale delle strutture nervose. Può avere senso per constatare il grado di compromissione del nervo
Ricordiamo che tali esami diagnostici DEVONO essere prescritti dal medico specialista, e non fatti in autonomia, per evitare spreco di denaro inutile.
Le cure naturali vanno intese come una possibile soluzione nel caso di infiammazioni lievi, e non vanno assolutamente protratte per più di una settimana o due, pena una cronicizzazione del neuroma, e l’instaurarsi di una serie di compensi molto fastidiosi.
Ecco alcuni consigli pratici:
• Indossare calzature comode: evitare scarpe chiuse, strette, e a pianta stretta. Si a scarpe a pianta larga, leggere
• Mettere ghiaccio: usare una borsa del ghiaccio ponendola sulla zona metatarsale almeno 3 volte al giorno per un tempo di circa 10-15 minuti. Se il dolore è intermittente, ricordarsi di porre il ghiaccio dopo ogni giornata, o allenamento.
• Impacchi di gel all’arnica: Utilizzare una crema a base di arnica montana, ponendo una noce di gel, sotto alla zona inter-metatarsale, e avvolgendo il piede in una pellicola trasparente per alimenti. Tale procedimento va tenuto durante la notte, per favorire una penetrazione maggiore.
• Plantare: il plantare può essere un aiuto alla risoluzione del problema, ma non deve essere inteso come una cura definitiva, visto che curano il sintomo e non la CAUSA, possono scaricare la zona “fibrotica e infiammata”, e sopra tutto grazie alla tecnologia antishock permettono di limitare le vibrazioni.
La chirurgia rimane una delle possibili soluzioni al problema ma va considerata quando le altre soluzioni non hanno sortito un adeguato risultato.
Il chirurgo, accertata la fibrotizzazione e infiammazione del nervo interdigitale, esegue una Neurectomia, ovvero mediante un’incisione chirurgica esegue una rimozione del nervo interessato ormai dalla fibrotizzazione. Tale intervento va inquadrato in una possibile modificazione degli aspetti strutturali che hanno portato all’infiammazione, focalizzando l’attenzione sulle strutture adiacenti e va sostanzialmente ad interrompere la trasmissione nervosa che fa percepire il dolore durante l’appoggio.
Esistono delle possibili complicazioni, e sarà importante anche successivamente una fisioterapia adeguata, per non incorrere in altre problematiche.

Trattamenti CONSERVATIVI:

In questa patologia il fattore TEMPO è molto importante, tranne nei casi con problematiche di tipo traumatico, la sintomatologia inizia gradualmente, e se presa in tempo e non sottovalutata, tramite fisioterapia si può tranquillamente curare e trattare, ma è fondamentale non portare la situazione fino ad una condizione patologica grave e sopra tutto cronica.
Compito del fisioterapista sarà quello di inquadrare e analizzare tramite una valutazione approfondita quelle che sono le cause che hanno determinato la comparsa del dolore tra le dita dell’avampiede.
Se sono presenti cause esterne, si dovrà porre rimedio consigliando calzature comode.
Le cure fisioterapiche per il neuroma di Morton sono molto importanti, e spesso riescono a risolvere il problema in maniera definitiva.
Suddividiamo il programma riabilitativo in due fasi:
• Fase acuta: Consiste in una serie di terapie fisiche volte a disinfiammare il nervo interdigitale “compromesso”. Sicuramente il Laser, gli ultrasuoni sono scelte molto efficaci. Questa problematica va affrontata però anche con terapia manuale, mediante mobilizzazione e manipolazione delle ossa del piede, massaggio della muscolatura circostante per facilitare e migliorare la contrattura muscolare che a causa del dolore e dell’appoggio conseguente si è instaurata. Può essere di aiuto un release miofasciale e del linfodrenaggio per decongestionare la zona. Una mobilizzazione del tessuto connettivo mediante Blade, fibrolisori o strumenti IASTM è certamente di sollievo per il paziente. Trattamento dei trigger point che possono imitare un dolore tra i metatarsi, come i muscoli interossei. Molto interessante anche la cupping therapy applicata nel tessuto plantare.
• Fase sub-acuta: passata la fase di dolore intenso, si deve procedere alla prevenzione delle recidive, e alla risoluzione di quelle che sono le problematiche che hanno scatenato il sintomo doloroso. La nostra attenzione non dovrà quindi focalizzarsi sulla zona dell’avampiede, ma orientarsi su tutte le strutture a monte, lavorando sulla Postura. Il fisioterapista eseguirà una valutazione Posturale e impronterà una terapia specifica personalizzata e individuale di Rieducazione Posturale Globale.
• Prevenzione delle recidive: nel caso di paziente sportivo, il fisioterapista può realizzare dei bendaggi funzionali di scarico della zona metatarsale, sia con materiale anelastico che con materiale adesivo elastico.
• Utilizzo di solette ammortizzanti: utilizzare delle solette in grado di ridurre le vibrazioni e quindi lo stress sulla zona infiammata potrebbe rivelarsi una soluzione vantaggiosa, sopra tutto durante il trattamento fisioterapico

In alternativa sono previste delle cure Mediche che spesso sono di grande aiuto:
• Infiltrazioni di cortisone in zona perineurale: utili per ridurre l’infiammazione ed il dolore, eseguite dal medico specialista
Infiltrazioni Sclero-alcolizzazione: che prevedono l’infiltrazione in zona perineurale di soluzione a base di alcol diluito.

 

Osservazione del PODOLO: Nel neuroma di Morton, in base a cosa ci riferisce il pz, procediamo con diagnosi differenziale (click di Mulder e digitopressione) , per non confondere con altre metatarsalgie, e poi procediamo al trattamento non invasivo, che è molto simile per tutte le metatarsalgia (scarico in dinamica con ortesi).

Seguendo questo link si possono trovare alcune tecniche di taping kinesiologico che possono essere un valido aiuto a supporto del programma riabilitativo. https://tapingbellia.com/metatarsalgia-cause-sintomi-e-rimedi-applicazioni-del-taping-bellia-system/

taping Bellia

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Protocollo riabilitativo in caso di Distorsione della caviglia e del piede, anche con l’utilizzo del Taping Kinesiologico

Fonte Sitografica:
1) https://www.mdmfisioterapia.it/patologie/piede/morbo-di-morton-neuroma/
2) https://www.noene.com/it/
3) https://tapingbellia.com/metatarsalgia-cause-sintomi-e-rimedi-applicazioni-del-taping-bellia-system/
4) https://www.kineticsportcenter.com/blog/index.php?neuroma-di-morton–un-falso-tumore–ecco-di-cosa-si-tratta-realmente-e-come-curarlo-kineticsportcenter-frosinone
5) http://www.tommasoticali.it/site/index.php?option=com_content&view=article&id=314:la-fascite-plantare-rottura-dellaponeurosi-e-il-taping-kinesiologicor-e-un-rischio-nello-sportivo-e-per-il-podista-in-particolare-e-meglio-prevenirla&catid=77:fisioterapia-online&Itemid=108