Presentazione di un
protocollo riabilitativo anche con il taping linfo-drenante. (conseguente borsite sottoacromio-deltoidea e sottocoracoidea).

Questo articolo, completo di documentazione fotografica, è stato pubblicato nella rivista “Il massofisoterapista” nel numero di settembre 2011.

A cura di :

– Mft. Stella Maris Glowinski

. Specializzata in
Linfodrenaggio Manuale Sec. Leduc , Vodder e Foldi

. Linfotape per linfedema (tessera europea N° 164 T.N.M)

. Terapista in rete
dell’Istituto I.E.O di Milano diretto dal Prof. U. Veronesi.

– Prof. Rosario Bellia

. Docente di taping kinesiologico presso Università Statale di Valencia (Spagna)

. Fisioterapista della nazionale italiana della F.I.H.P.

. Presidente dell’Associazione Italiana Taping Kinesiologico

Questa patologia è caratteristica
delle attività dove la spalla riveste un ruolo determinante, specie nei
movimenti con arto superiore in elevazione e rotazione interna o esterna e
degli sport di lancio (nuoto, pallanuoto, ginnastica, pallamano, baseball,
pallavolo, tennis, badminthon, ecc.).

La tendinite della cuffia dei rotatori spesso è la conseguenza più
ricorrente per le continue sollecitazioni non equilibrate a cui vengono
sottoposte tutte le strutture capsulo-legamentose dell’articolazione scapolo-omerale.

Lo sollecitazioni funzionale
ripetute (overuse) associati a gesti sportivi over hand, gestualità sportive che comportano l’uso dell’arto elevato sopra il capo, espongono gli atleti al
rischio di sviluppare varie patologie della spalla: tendiniti, sindrome da
impingement ed eventualmente, instabilità articolare. Le strutture statiche di contenzione si indeboliscono progressivamente, permettendo una sublussazione
anteriore gleno-omerale.

        

In un primo tempo, gli
stabilizzatori dinamici riescono a compensare la modesta instabilità attraverso l’ipertrofia muscolare, però questi meccanismi di compenso spesso non sono
sufficienti e si verifica una sublussazione anteriore della testa omerale, che
entra in contatto con il legamento coracoacromiale determinando un impingement sottoacromiale.

L’impingement glenoideo postero superiore può verificarsi anche
perché la traslazione anteriore omerale permette alla superficie inferiore del
tendine dei muscoli sovra spinoso e sottospinoso di avere un punto di “frizione” contro la rima postero superiore della glenoide.

Sono molti gli stabilizzatori
statici e dinamici dell’articolazione della spalla che provvedono al necessario equilibrio tra mobilità e stabilità.

Malgrado il contatto articolare
gleno-omerale sia relativamente piccolo, la stabilità statica è assicurata dai sovrastanti tessuti molli e dal cercine glenoideo, che incrementando la
superficie ed espandendo la profondità della fossa glenoidea, contribuiscono a
migliorare la stabilità senza impedire l’articolarità.

La capsula articolare garantisce
la stabilità della spalla grazie ad una selettiva resistenza delle fibre capsulari anteriori e inferiori, mentre i legamenti gleno-omerali intervengono
durante l’abduzione omerale e la rotazione esterna.

Nella posizione di caricamento
pre-lancio ( novanta gradi di abduzione e massima extrarotazione) il legamento gleno-omerale inferiore e il cercine anteroinferiore sono le strutture passive
di contenzione più significative a livello del margine glenoideo anteriore.

La stabilità dinamica è ottenuta
attraverso l’azione sinergica dei muscoli della cuffia dei rotatori e di quelli
rotatori della scapola. I muscoli della cuffia (sovra spinato, sottospinato,
piccolo rotondo, sottoscapolare), che si inseriscono sul corpo della scapola,
si inseriscono sulla grande e piccola tuberosità dell’omero. Questi muscoli
conferiscono stabilità provvedendo a mantenere la testa dell’omero centrata
nella cavità glenoidea in maniera fisiologica.

I rotatori della scapola (
trapezio, dentato anteriore, romboidei ed elevatore della scapola) posizionano
la scapola (glenoide) in modo da garantire la migliore stabilità durante il
completo movimento del gesto sportivo del lancio.
In visione biomeccanica scomponendo l’azione nei singoli movimenti
possiamo evidenziare l’azione muscolare nelle varie fasi.

Durante la fase di “caricamento”,
il muscolo deltoide abduce il braccio, mentre il muscolo infraspinato e il piccolo rotondo ruotano esternamente l’omero, il muscolo bicipite mantiene il
gomito flesso a novanta gradi e il sottoscapolare modula decelerando la
rotazione dell’omero. I muscoli grande pettorale, gran dorsale e tricipite forniscono la forza propulsiva di avanzamento durante la fase di accelerazione.
Nella fase di decelerazione, la contrazione muscolare eccentrica del muscolo
piccolo rotondo, l’incrementata attività attività dei muscoli trapezio, dentato anteriore, e romboide, controllano la decelerazione delle estremità.

Una piccola carenza di un muscolo
stabilizzatore, dinamico e statico, determina un effetto importante sull’intera
funzionalità della spalla.

I sovraccarichi funzionali
possono portare ad una compromissione delle strutture di contenimento
anteriore, che darà origine ad una modesta traslazione anteriore gleno-omerale.
Inizialmente, gli stabilizzatori dinamici riescono a compensare questa modesta
instabilità aumentando l’attivazione muscolare. Inseguito all’affaticamento di
questi muscoli si può verificare una sublussazione della testa omerale, con la
traslazione anteriore si può arrivare al contatto diretto della testa
dell’omero con l’acromion dando origine a impingement secondario.

L’obiettivo deve essere
il ricentraggio della testa dell’omero, perché  a causa degli squilibri muscolari che si
instaurano spesso si presenta un’anteposizione della testa dell’omero.

Per avere una completa visione del paziente è necessario un
approfondimento generale della sua storia clinica. Riveste particolare
importanza l’osservazione iniziale del paziente e l’attenta analisi della mobilità articolare generale della
spalla, in riferimento all’attività svolta dal paziente e quindi
dell’identificazione del meccanismo lesivo specifico.

Tutte le informazioni raccolte sono necessarie per rendere completo il
progetto riabilitativo, inoltre risulta importante l’osservazione posturale
generale per evidenziare eventuali compensi posturali.

Il paziente
in esame presenta il seguente Esame
clinico:

“Il dolore,
espressione di sofferenza dello spazio sub-acromiale, si manifesta tipicamente
con una irradiazione caudale: può raggiungere il gomito e l’aspetto radiale
dell’anti-braccio fino al polso (Dott. G. di Giacomo; Dott. A. Costantini;
Dott. A. de Vita, 2008)

Referto RM.

  • Sofferenza
tendinosica del sovra spinato
  • Borsite
in sede subacromion- deltoidea ed anche a livello del cavo articolare
gleno-omerale (più evidente nel recesso ascellare).
  • Distensione
fluida della guaina del tendine m. capolungo del bicipite in sede distale
  • Modesta
ipertrofia dell’articolazione acromion-clavicolare con sofferenza ossea
intraspongiosa soprattutto sul versante claveare dell’articolazione.
  • Ecografia Tessuti Molli Spalla dx.
  • Ispessimento
e disomogeneità eco strutturale a carico del tendine sopraspinato.
  • Presenza
di edema a carico del bicipite.
  • Ispessimento
e disomogeneità eco strutturale anche a carico del m. sottospinato.
  • Presenza
di interessamento della borsa subacromiale di modesta entità con presenza di
parte fluida e parte corpus colata e con aumentata attività vascolare come si
osserva nelle infiammazioni croniche.
  • Capsula
indenne.

Test eseguiti:

Per la borsite sub – acromiale il
test di Dawbarn. IL terapista posto dietro al paziente abduce il braccio e
esercita una pressione nella regione della borsa sotto-deltoidea provocando il
dolore.

L’esame obiettivo procede con
un’analisi minuziosa di entrambe le spalle alla ricerca di asimmetrie, ipotonie
muscolari, deformità ossee, riduzione di articolarità, crepitii, aree di
tumefazione localizzata o dolore.

Terapia Medica:

  • Antinfiammatori
per 10 giorni
  • Antiedemigeni
per 30 giorni

Protocollo Riabilitativo

Il paziente ha evidenziato i sintomi riferiti dopo un trauma
durante una partita a pallavolo, però ha continuato a praticare sport senza fare nessun tipo di terapia. Solo dopo 3 mesi
di dolore sempre crescente che inoltre
si irradiava dalla spalla anche a tutto l’arto
superiore fino alla mano, ha deciso d’iniziare la terapia riabilitativa.

  • La
terapia fisica:

-
ultrasuono con effetto di
elettrolisi per diminuire l’edema,

-
elettrostimolazione con effetto: antalgico
e drenante.

  • Taping
kinesiologico decompressivo e drenante per due volte la settimana.

Il bendaggio elastico ha un duplice
obiettivo: drenare i liquidi infiammatori che si sono riscontrati nell’articolazione con gli esami diagnostici effettuati rilassando i muscoli
retratti ed inoltre stabilizzare l’articolazione durante i movimenti che risultano dolorosi.

  • Potenziamento muscolare specifico per ristabilire l’equilibrio del tono-trofismo.
Dopo un mese di terapia si aggiunge qualche esercizio per rinforzare la
cuffia dei rotatori.

Gli esercizi proposti sono:

  • Ante
posizione – Retrazione delle spalle. Rotazione
delle spalle in modo lento e senza dolore.
  • Rotazione
interna – esterna. L’esercizio si esegue impugnando un bastone con le braccia a 90°, muovendo solo
l’avambraccio lentamente.
  • Esercizio
di estensione della spalla impugnando un bastone dietro la spalla, con le  mani rivolte all’insù.
  • Esercizio
di intra-rotazione con un elastico, mano
sana su e arto leso giù.
  • Esercizio a pendolo di Codman. Il
paziente è appoggiato con la mano su un tavolo o lettino ed esegue movimenti di
rotazione interna ed esterna con l’arto leso.

Taping elastico a livello
neuro muscolare tecnica applicativa

Per il m.sovra spinato il nastro da 5 cm. sarà tagliato a Y con una base di 5 cm sull’inserzione omerale
e le ali di 2,5 cm. che coprono sopra e
sotto la spina della scapola.

Per il m.deltoide il nastro da 5 cm. sarà tagliato a Y in base alla misura corporea con
due code che arriveranno all’altezza del processo caracoideo. La base del nastro partirà sotto l’inserzione
del m. deltoide.

Per il m.bicipite brachiale, il nastro da cm. 5 sarà tagliato a Y con 2 code da 2,5 cm. e verrà applicato con la
base che si colloca sulla tuberosità del radio.

Taping linfatico

Per trattare la borsite in sede subacromion – deltoidea ed
anche a livello del cavo articolare gleno-omerale si useranno 4 tape, due posizionati sul torace e due sul dorso.

Tutte e quattro i nastri verranno tagliati a forma di
ventaglio con 4 code ciascuno.

Realizzazione dell’applicazione pratica:

  • Il primo Ventaglio con base verso l’incavo ascellare omolaterale in modo di
scaricare l’edema nei linfonodi ascellare
  • Il secondo ventaglio verrà posizionato sopra il m. pettorale seguendo la anastomosi linfatica anteriore verso il cavo ascellare
controlaterale (anastomosi linfatica anteriore detta axillo-ascellare, che si trova nei quadranti superiori delle mammelle, sec. M. Foldi).
  • Il primo ventaglio posteriore avrà la base posizionata verso il cavo ascellare omolaterale posteriore.
  • Il secondo ventaglio posteriore verrà posizionato con la base nei m. paravertebrali usufruendo del beneficio della
anastomosi linfo venosa posteriore situata a livello dell’area scapolare
definita axillo ascellare o via di Mascagni. Viene utilizzata per evacuazione
dei liquidi depositati nella zona dorsale, partendo dalla zona affetta da edema
verso la parte contro laterale sana, passando per il bordo superiore e medio
delle scapole (Glowinski S. M. 2011)

Conclusione

Il paziente è in trattamento da un
mese, e dalla prima rilevazione della mobilità articolare scapolo-omerale eseguita con il goniometro ad oggi ha
avuto un recupero della ROM di 70°. Ancora presenta dolore ma i suoi movimenti migliorano notevolmente soprattutto dopo l’applicazione del taping kinesiologico. Da qualche giorno in forma autonoma esegue a domicilio degli
esercizi di chinesiterapia in modo graduale, mentre si sottopone ancora a due trattamenti fisioterapici alla settimanali.

Bibliografia

  • G. di Giacomo; A.
Costantini; A. de Vita. Clinica e indagini strumentali nella patologia della spalla.
  • Concordia Hospital for
Special Sugery. Tipografia Miligraf s.r.l di Roma, 2008.
  • Glowinski, S. M.
Linfodrenaggio e taping linfatico nel linfedema, Roma 2011
  • Orlanducci M. Corso Bendaggio drenante e
propiocettivo e le sue applicazioni. Roma, 2010
  • Blow D. Corso
Linfotaping. Genova 2010
  • Rosario
Bellia – Il taping kinesiologico: un metodo molto efficace anche nel pattinaggio a rotelle specialita’ corsa.
  • Rosario
Bellia – La sindrome del compartimento anteriore della gamba, un male che affligge tanti pattinatori.
  • Rosario Bellia
- Trattamento riabilitativo dopo trasposizione del tendine rotuleo
secondo Fulkerson
  •  Rosario Bellia – Fancisco Selva Sarzo – “ Il taping kinesiologico nella traumatologia sportiva manuale pratico di applicazione “ ed. Alea Milano – 2011 .Mft Stella Maris Glowinski e Prof. Bellia Rosario