Sindrome del conflitto sotto-acromio-coracoideo e la Pallavolo : presentazione di un protocollo riabilitativo anche con il taping kinesiologico®.

( conseguente borsite sottoacromio-deltoidea e sottocoracoidea )

 A cura di :

prof. Rosario Bellia

. Docente di taping kinesiologico® presso Università  Statale di Palermo e di Napoli Federico II°

. Docente di taping kinesiologico® presso Università  Statale di Valencia (Spagna) nel 2010

. Presidente dell’Associazione Italiana  Taping Kinesiologico®

 

Questa patologia è caratteristica delle attività dove la spalla riveste un ruolo determinante, specie nei movimenti con arto superiore in elevazione e rotazione interna o esterna e degli sport di lancio (nuoto, pallanuoto, ginnastica, pallamano, baseball, pallavolo, tennis, badminthon, ecc.).

La tendinite della cuffia dei rotatori spesso è la conseguenza più ricorrente per le continue sollecitazioni non equilibrate a cui vengono sottoposte tutte le strutture capsulo-legamentose dell’articolazione scapolo-omerale.

Nella pallavolo come in tanti altri sport, le sollecitazioni funzionale ripetute (overuse) associati a gesti sportivi over hand, gestualità sportive che comportano l’uso dell’arto elevato sopra il capo, espongono gli atleti al rischio di sviluppare varie patologie della spalla: tendiniti, sindrome da impingement ed eventualmente, instabilità articolare. Le strutture statiche di contenzione si indeboliscono progressivamente, permettendo una sublussazione anteriore gleno-omerale.

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Bisogna analizzare gli schemi di reclutamento dei vari muscoli per prevenire eventuali sovraccarichi funzionali da incoordinazione dell’attivazione biomeccanica delle catene cinetiche (concetto Kinesiopatologico – Sahrmann).

I fattori che contribuiscono alle disfunzioni del cingolo scapolare sono le alterazioni della lunghezza, della forza, dell’estensibilità dei muscoli e dello schema di reclutamento, provocate da movimenti ripetuti e da posture mantenute.

Per garantire che i movimenti della glena omerale siano ottimali è fondamentale che la testa dell’omero rimanga centrata nella glenoide durante i movimenti della spalla, quindi l’azione equilibrata dei muscoli è fondamentale per un corretto “ritmo scapolo-omerale”, che non favorisca patologie da “overuse”.

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Taping Bellia System

Taping Bellia System

Le alterazioni posturali, quale ad esempio un aumento della cifosi dorsale, può presentare un ostacolo all’estensione fisiologica del rachide, impedendo un corretto scivolamento scapolare, che darà origine a una richiesta notevole di flessione e rotazione esterna della spalla, con conseguente stress sulle strutture anteriori dell’articolazione gleno-omerale. (Comerford, 2001)

In un primo tempo, gli stabilizzatori dinamici riescono a compensare la modesta instabilità attraverso l’ipertrofia muscolare, però questi meccanismi di compenso spesso non sono sufficienti e si verifica una sublussazione anteriore della testa omerale, che entra in contatto con il legamento coracoacromiale determinando un impingement sottoacromiale.

L’impingement glenoideo postero superiore può verificarsi anche perché la traslazione anteriore omerale permette alla superficie inferiore del tendine dei muscoli sovra spinoso e sottospinoso di avere un punto di “frizione” contro la rima postero superiore della glenoide.

Sono molti gli stabilizzatori statici e dinamici dell’articolazione della spalla che provvedono al necessario equilibrio tra mobilità e stabilità.

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Malgrado il contatto articolare gleno-omerale sia relativamente piccolo, la stabilità statica è assicurata dai sovrastanti tessuti molli e dal cercine glenoideo, che incrementando la superficie ed espandendo la profondità della fossa glenoidea, contribuiscono a migliorare la stabilità senza impedire l’articolarità.

La capsula articolare garantisce la stabilità della spalla grazie ad una selettiva resistenza delle fibre capsulari anteriori e inferiori, mentre i legamenti gleno-omerali intervengono durante l’abduzione omerale e la rotazione esterna.

Nella posizione di caricamento pre-lancio ( novanta gradi di abduzione e massima extrarotazione) il legamento gleno-omerale inferiore e il cercine anteroinferiore sono le strutture passive di contenzione più significative a livello del margine glenoideo anteriore.

La stabilità dinamica è ottenuta attraverso l’azione sinergica dei muscoli della cuffia dei rotatori e di quelli rotatori della scapola. I muscoli della cuffia (sovra spinato, sottospinato, piccolo rotondo, sottoscapolare), che si inseriscono sul corpo della scapola, si inseriscono sulla grande e piccola tuberosità dell’omero. Questi muscoli conferiscono stabilità provvedendo a mantenere la testa dell’omero centrata nella cavità glenoidea in maniera fisiologica.

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I rotatori della scapola ( trapezio, dentato anteriore, romboidei ed elevatore della scapola) posizionano la scapola (glenoide) in modo da garantire la migliore stabilità durante il completo movimento del gesto sportivo del lancio.

In visione biomeccanica scomponendo l’azione nei singoli movimenti possiamo evidenziare l’azione muscolare nelle varie fasi.

Nella pallavolo i fondamentali che sovraccaricano la spalla sono fondamentalmente la battuta e la schiacciata, anche se il muro mette a dura prova la spalla ma in un’azione più di “contenimento” che in un’azione “propulsiva dinamica”. Cercando di analizzare le varie azioni sotto l’aspetto cinematico possiamo evidenziare le sollecitazioni a cui viene sottoposto l’apparato mio-capsulo-legamento, ciò ci consente di progettare un serio programma di riprogrammazione della biomeccanica articolare dell’atleta ed eventualmente anche un training di compenso muscolare.

Durante la fase di “caricamento”, il muscolo deltoide abduce il braccio, mentre il muscolo infraspinato e il piccolo rotondo ruotano esternamente l’omero, il muscolo bicipite mantiene il gomito flesso a novanta gradi e il sottoscapolare modula decelerando la rotazione dell’omero. I muscoli grande pettorale, gran dorsale e tricipite forniscono la forza propulsiva di avanzamento durante la fase di accelerazione. Nella fase di decelerazione, la contrazione muscolare eccentrica del muscolo piccolo rotondo, l’incrementata attività attività dei muscoli trapezio, dentato anteriore, e romboide, controllano la decelerazione delle estremità.

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Una piccola carenza di un muscolo stabilizzatore, dinamico e statico, determina un effetto importante sull’intera funzionalità della spalla.

I sovraccarichi funzionali possono portare ad una compromissione delle strutture di contenimento anteriore, che darà origine ad una modesta traslazione anteriore gleno-omerale. Inizialmente, gli stabilizzatori dinamici riescono a compensare questa modesta instabilità aumentando l’attivazione muscolare. Inseguito all’affaticamento di questi muscoli si può verificare una sublussazione della testa omerale, con la traslazione anteriore si può arrivare al contatto diretto della testa dell’omero con l’acromion dando origine a impingement secondario.

L’obiettivo deve essere il ricentraggio della testa dell’omero, perché  a causa degli squilibri muscolari che si instaurano spesso si presenta un’anteposizione della testa dell’omero.

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Per avere una completa visione del paziente è necessario un approfondimento generale della sua storia clinica. Riveste particolare importanza l’osservazione iniziale del paziente e l’attenta analisi della mobilità articolare generale della spalla, in riferimento all’attività svolta dal paziente e quindi dell’identificazione del meccanismo lesivo specifico.  Tutte le informazioni raccolte  sono necessarie per rendere completo il progetto riabilitativo, inoltre risulta importante l’osservazione posturale generale per evidenziare eventuali compensi posturali.

Il paziente in esame presenta il seguente Esame clinico:

“Il dolore, espressione di sofferenza dello spazio sub-acromiale, si manifesta tipicamente con una irradiazione caudale: può raggiungere il gomito e l’aspetto radiale dell’anti-braccio fino al polso (Dott. G. di Giacomo; Dott. A. Costantini; Dott. A. de Vita, 2008)

Test  eseguiti:

Per la borsite sub – acromiale il test di Dawbarn. IL terapista posto dietro al paziente abduce il braccio e esercita una pressione nella regione della borsa sotto-deltoidea provocando il dolore.

Immagine tratta da internet

 

L’esame obiettivo procede con un’analisi minuziosa di entrambe le spalle alla ricerca di asimmetrie, ipotonie muscolari, deformità ossee, riduzione di articolarità, crepitii, aree di tumefazione localizzata o dolore.

Protocollo Riabilitativo

Il paziente ha evidenziato i sintomi riferiti dopo un trauma durante una partita a pallavolo, però ha continuato a  praticare sport senza  fare nessun tipo di terapia. Solo dopo 3 mesi  di dolore sempre crescente che inoltre si irradiava  dalla spalla anche a tutto l’arto superiore fino alla mano, ha deciso d’iniziare la terapia riabilitativa.

a)    La terapia fisica:

– laser  e ultrasuono con effetto di elettrolisi per diminuire l’edema

– tecar terapia con modalità diverse in base alla fase del trattamento

–   elettroterapia con effetto:  antalgico e  drenante.

b)    taping kinesiologico decompressivo e drenante per due volte la settimana.

Il bendaggio elastico ha un duplice obiettivo: drenare i liquidi infiammatori che si sono riscontrati nell’articolazione con gli esami diagnostici effettuati rilassando i muscoli retratti  ed inoltre stabilizzare l’articolazione durante i movimenti che risultano dolorosi.

 

c)      potenziamento muscolare specifico per ristabilire l’equilibrio del tono-trofismo.  Dopo un mese di terapia si aggiunge qualche esercizio per rinforzare la cuffia dei rotatori.

Gli esercizi proposti sono:

1-    Ante posizione – Retrazione delle spalle.  Rotazione delle spalle in modo lento e senza dolore.

2-    Rotazione interna – esterna. L’esercizio si esegue impugnando un bastone  con le braccia a 90°, muovendo solo l’avambraccio lentamente.

3-    Esercizio di estensione della spalla impugnando un bastone dietro la spalla, con le  mani rivolte all’insù.

4-    Esercizio di intra-rotazione  con un elastico, mano sana su e arto leso giù.

5-    Esercizio a pendolo di Codman. Il paziente è appoggiato con la mano su un tavolo o lettino ed esegue movimenti di rotazione interna ed esterna con l’arto leso.

    

Bibliografia.

–        Rosario Bellia – Fancisco Selva Sarzo – “ Il taping kinesiologico nella traumatologia sportiva   manuale pratico di applicazione “ ed. Alea Milano – 2011 .

–       G. di Giacomo; A.
Costantini; A. de Vita. Clinica e indagini strumentali nella patologia della spalla.

–       Concordia Hospital for
Special Sugery. Tipografia Miligraf s.r.l di Roma, 2008.

–       Glowinski, S. M.
Linfodrenaggio e taping linfatico nel linfedema, Roma 2011

–       Orlanducci M. Corso Bendaggio drenante e
propiocettivo e le sue applicazioni. Roma, 2010

–       le foto anatomiche e delle azioni di gioco sono tratte da alcuni siti  web.