Metatarsalgia: cause, sintomi e rimedi. Applicazioni del Taping Bellia System®

  1. DESCRIZIONE

Con il termine metatarsalgia s’intende una serie di sindromi dolorose corrispondenti alla regione plantare del piede riferita alle teste metatarsali. Le ossa metatarsali sono le ossa lunghe del piede. Si trovano tra le ossa che formano la caviglia (ossa tarsali) e le ossa delle dita (falangi).

Le patologie di metatarsalgia si dividono comunemente in: metatarsalgie biomeccaniche e metatarsalgie non biomeccaniche.

Nel primo caso, siamo di fronte ad una patologia algica sostenuta da squilibri di carico, attribuibili ad anomalie di lunghezza dei raggi metatarsali, anomalie di posizione dei raggi metatarsali oppure anomalia di motilità di uno o più raggi del Lisfranc, come per gli esiti post-traumatici.

Parlando di Metatarsalgie biomeccaniche la cosa fondamentale è capire se sono da II Rocker o III Rocker, una volta identificato questo si va a ricercare il problema:
a) II Rocker : metatarsale plantarflesso
b) III Rocker : meta lungo (generalmente il 2-3) oppure anche in concomitanza e non alluce limitus/rigidus, ridotta stiffness M1, Instabilità C1M1 in alluce valgo, I meta insufficiente in index minus

Gli ultimi studi indicano che il problema va affrontato compensando queste disfunzioni (anatomiche o biomeccaniche) in due modi:
1) Ortesi plantare e se non funziona

2) chirurgia.

Le metatarsalgie non biomeccaniche, invece, hanno origine da interessamento flogistico articolare o para-articolare da malattie sistemiche (artrite reumatoide, lupus eritematoso sistemico, etc…) oppure da affezioni locali ( come nel caso dell’artrite settica).

A volte la metatarsalgia presenta lesioni definite ai nervi interdigitali definite con il nome di Neuroma di Morton o meglio Neuroma Civinini-Morton, polinevriti, lesioni vascolari o altre lesioni dei capi articolari (Malattia di Kolher, osteonecrosi asettica della testa del II osso metatarsale) o dei tessuti molli.

 

Dott. Filippo Alifredi Specialista in chiropratica, massofisioterapia, posturologia, riabilitazione funzionale

  1. CAUSE

Le cause della metatarsalgia spesso coincidono con un eccesso di attività di carico come correre, saltare o camminare.

Un’altra causa può essere l’utilizzo di scarpe non sufficientemente “comode”, strette in punta o che caricano in modo eccessivo il peso del corpo sull’avampiede (ad es. scarpe con tacco molto alto).

La metatarsalgia insorge a volte anche come conseguenza di malattie che coinvolgono tutto l’organismo, come l’artrite reumatoide o il diabete, che può portare alle ulcerazioni della pianta. Questo tipo di patologia può anche comparire in seguito ad un trauma subito che ha compromesso le ossa del piede (es. fratture). Altre volte può essere associata a deformità come l’alluce valgo e le dita a martello o a malattie dei nervi del piede, come il neuroma di Morton.

  

  1. SINTOMI

I sintomi della metatarsalgia consistono in bruciori e forti dolori in corrispondenza delle teste metatarsali. Nelle fasi più acute, il dolore rende insopportabile a chi ne soffre persino di camminare e limita la funzionalità del piede stesso. La sensibilità delle dita inoltre può essere ridotta. In alcuni casi, questa deformità porta ad una visiva callosità plantare (ipercheratosi), molto spessa, che si forma generalmente nella parte anteriore del piede, al centro della pianta. Nel caso di Morton, il dolore si associa a delle fitte alla base delle dita che costringono il paziente a fermarsi e togliere addirittura le scarpe per massaggiare il piede.

A volte, questi sintomi si sviluppano improvvisamente (soprattutto se di recente si ha aumentato la quantità della propria attività fisica).  Fortunatamente, però, non si tratta di una patologia grave, ma può comunque arrecare disagi.

  1. RIMERDI

Per alleviare il dolore, l’utilizzo del ghiaccio e il riposo possono essere d’aiuto. L’uso di calzature adeguate, insieme alle solette ammortizzanti o plantari, potrebbero diminuire i problemi legati a questo disturbo.

Per un’analisi approfondita è necessario effettuare una radiografia standard del piede, sotto carico, per valutare la formula metatarsale ovvero la disposizione dei cinque metatarsi. Indispensabili sono poi l’ Ecografia del piede e la Risonanza Magnetica.

  1. SOLETTE E PLANTARI SHOCK ABSORBING

Nel caso della metatarsalgia, le solette e i plantari anti-shock  intervengono proteggendo il piede intero dagli impatti che riceve costantemente durante la camminata o le attività sportive, riducendo in questo modo gli effetti negativi derivanti dall’eccesso di carico, ovvero una delle cause principali di questa patologia.

Le proprietà antishock del materiale Noene®  garantiscono un assorbimento e dispersione delle vibrazioni fino al 98%, risultando così essere una risposta straordinariamente efficace e semplice da applicare. Sono infatti migliaia le persone che, ad oggi, non possono più farne a meno.

È provato, infatti, che siano altamente efficaci nella protezione delle articolazioni e delle spalle, aiutando a prevenire l’insorgere di quelli che la comunità medica definisce Disturbi Muscolo-Scheletrici (DMS) da sovraccarico, di cui soffre oltre il 30% della popolazione.

Per leggere l’articolo completo segui questo link: http://www.noene-italia.com/metatarsalgia/

Metatarsalgia

La metatarsalgia è una sindrome dolorosa che si sviluppa sulla regione anteriore della pianta del piede. Il termine metatarsalgia non definisce un processo patologico determinato, ma semplicemente una sintomatologia dolorosa che può comparire come conseguenza di diversi fattori causali.

La metatarsalgia colpisce maggiormente le donne e abitualmente è associata ad anomalie di appoggio delle teste metatarsali; ciò è confermato spesso dalla presenza di callosità plantari in corrispondenza delle teste metatarsali dolorose.

DA COSA DIPENDE LA METATARSALGIA?
Nella maggior parte dei casi le metatarsalgie sono di natura biomeccanica e derivano da un alterato carico dell’avampiede al suolo; solitamente la problematica si concentra sul 2° e 3° metatarso. Lo squilibrio del carico può essere dovuto da :

  1. anomala lunghezza dei raggi metatarsali;
  2. anomala posizione dei raggi metatarsali e morfotipo del piede (es. piede equino);
  3. anomala motilità dei raggi o rigidità di una articolazione prossimale (es. articolazione di Lisfranc);

Esistono anche le metatarsalgie così dette non biomeccaniche che hanno origine da malattie che interessano tutto l’organismo (es. artrite reumatoide, lupus eritematoso sistemico, diabete, etc…), da affezioni locali (es. artrite settica) o malattie dei nervi del piede (es. neuroma di Morton).

SINTOMI DELLA METATARSALGIA

Nella maggior parte del casi il paziente presenta callosità plantari in corrispondenza dei metatarsi centrali. Inizialmente tali callosità, espressione di un sovraccarico metatarsale localizzato, sono del tutto asintomatiche e in genere trattate con pedicure regolari.

Con l’andar del tempo compare dolore durante la deambulazione in corrispondenza di queste ipercheratosi in particolare con l’utilizzo di calzature a suola rigida, con tacco, strette o semplicemente a piedi nudi.

Nelle fasi acute il dolore può rendere intollerabile la marcia e in alcuni casi si strutturano posizioni anomale d’appoggio finalizzate a schivare i punti dolorosi.

TRATTAMENTO DELLE METATARSALGIE

L’esame clinico condotto sul paziente è indispensabile per indicare il trattamento più idoneo.

Nei casi più lievi, con dolore poco accentuato, la metatarsalgia si può trattare in modo conservativo con l’impiego di calzature a suola morbida, con cure mediche e fisioterapiche o con l’utilizzo di un plantare ortopedico che metta in scarico le teste metatarsali dolorose.
Nei casi gravi tali soluzioni non possono essere proposte al paziente ed è necessario ricorrere al trattamento chirurgico per ristabilire il normale assetto del carico.

La chirurgia percutanea permette di curare le metatarsalgie attraverso piccole osteotomie di arretramento e sollevamento delle teste dolorose. Due o tre piccole incisioni sul dorso del piede, consentono al chirurgo di interviene con le microfrese a livello del collo delle teste dolorose. Le osteotomie prodotte non vengono fissate con mezzi di sintesi ma lasciate libere; l’uso della scarpetta rigida ed il carico immediato consentiranno il giusto e corretto riposizionamento; in pratica i metatarsi trovano da soli l’equilibrio e l’assetto geometrico funzionale sollevandosi in quanto sovraccaricati.

Per leggere l’articolo completo segui questo link: http://www.allucevalgoinfo.it/metatarsalgia/

Qual è la terapia per la Metatarsalgia?

  1. Applicare il ghiaccio sulla zona più volte al giorno per circa 15-20 minuti.
    Si deve avvolgere il ghiaccio in una maglia di lana o in un asciugamano per proteggere la pelle, non bisogna mai lasciare che il ghiaccio tocchi la pelle.
  2. È possibile assumere farmaci antinfiammatori da banco (cioè che non necessitano di una prescrizione medica) come il Ketodol® (Ketoprofene).
  3. Bisognerebbe evitare gli sport ad alto impatto e gli esercizi che mettono tensione sui piedi. Si può provare con qualche attività meno dura sui piedi, come il nuoto o il ciclismo.
  4. Si dovrebbe cercare di non mettere pressione sui piedi, quando non si lavora è meglio tenere i piedi sollevati o appoggiati ad un supporto senza caricare il peso sopra.
  5. Gli ultrasuoni in immersione (in acqua) possono ridurre i sintomi.
  6. Effettuare degli esercizi di fisioterapia con la caviglia e fare stretching del tendine di Achille.
    Un lieve massaggio sopra e sotto il piede può alleviare il dolore.
  7. Utilizzare dei plantari che distribuiscono meglio le forze che si esercitano sul piede.
  8. Esistono le guaine per la metatarsalgia che riducono la pressione sulle ossa metatarsali, si trovano nelle sanitarie e in farmacia.
  9. Si possono utilizzare anche delle solette ammortizzanti per alleviare il carico quando si cammina.
  10. Cambiare le scarpe con un paio più adatto al piede.Per i casi più gravi, il medico può raccomandare:

Mantenimento del risultato e prevenzione

Le seguenti misure possono aiutare a ridurre significativamente il rischio di sviluppare la metatarsalgia:

  1. Scarpe adatte – evitare scarpe troppo strette e tacchi molto alti. La scarpa dovrebbe anche fornire un adeguato supporto e ammortizzazione. È meglio usare una calzatura con la punta arrotondata.
  2. Supporti plantari o solette imbottite, aiutano a prevenire il dolore della metatarsalgia. Se il dolore è già presente possono aiutare ad alleviarlo.
  3. Peso corporeo – le persone magre hanno un rischio significativamente più basso di sviluppare metatarsalgia. Si dovrebbe cercare di mantenere il giusto peso corporeo, per prevenire anche gli altri disturbi del piede come la fascite plantare.
  4. Tempo di recupero – le persone che stanno recuperando dopo un infortunio dovrebbero rispettare le raccomandazioni del medico per i tempi di ripresa dell’attività sportiva o lavorativa.

Per leggere l’articolo completo segui questo link:  http://www.fisioterapiarubiera.com/dolore-piede/terapia-per-la-metatarsalgia/

  1. Metatarsalgia: fattori di rischio

La metatarsalgia può interessare sia soggetti sedentari (il sovrappeso o l’obesità sono fattori di rischio importanti, così come l’indossare frequentemente scarpe con tacchi alti o che fasciano troppo strettamente il piede) che soggetti sportivi (fra gli sport più a rischio per lo sviluppo di metatarsalgia vanno ricordati il baseball, il basket, il calcio, la corsa, il tennis ecc.).

  1. Metatarsalgia: le cause

Le cause della metatarsalgia sono svariate; può aiutarci nella loro definizione fare riferimento alla principale classificazione delle metatarsalgie la quale distingue fra metatarsalgie biomeccaniche e metatarsalgie non biomeccaniche.

Le metatarsalgie biomeccaniche (le più frequenti) derivano da uno squilibrio del carico dell’avampiede al suolo (di norma il problema riguarda il II e il III metatarsale); lo squilibrio del carico può essere provocato da:

  • un’anomala lunghezza dei raggi metatarsali
  • un’anomala posizione dei raggi metatarsali (come nel caso del cosiddetto “piede equino”, una deformità in cui l’asse del piede forma, con l’asse della gamba un angolo >90 gradi).
  • un’anomala motilità dei raggi o rigidità di un’articolazione prossimale (per esempio l’articolazione di Lisfranc cioè l’articolazione tra il I e il II osso metatarsale con l’osso cuneiforme mediale e quello cuneiforme intermedio).

Le metatarsalgie non biomeccaniche (meno comuni) derivano da un interessamento flogistico articolare oppure para-articolare causato sia da patologie sistemiche (artrite reumatoide, diabete, lupus eritematoso sistemico ecc.) o da affezioni a carattere locale come, per esempio, un’artrite settica o una patologia che interessa i nervi plantari (tipico caso il neuroma di Morton, una sindrome nella rientrano vari quadri patologici, da quelli iniziali di compressione del nervo plantare digitale al di sotto del legamento intermetatarsale trasverso a quelli più evoluti caratterizzati da un rigonfiamento vero e proprio del nervo digitale).

Per leggere l’articolo completo segui questo link: http://www.albanesi.it/arearossa/articoli/03metatars23.htm

Il taping Bellia System aiuta il trattamento in caso di metatarsalgia

Seguendo i principi della tecnica di taping kinesiologico Bellia System® possiamo utilizzare in maniera sinergica al trattamento riabilitativo alcune tecniche di taping elastico:

  1. Nella fase infiammatoria con paziente senza carico podalico o carico parziale con stampelle: si realizzerà una tecnica drenante di linfo taping. Si sceglierà la lunghezza del nastro in base alla condizione dell’apparato emo linfatico del paziente.

2) Nella fase di riabilitazione funzionale con paziente con carico totale e autonomia quasi completa: si realizza una tecnica decompressiva articolare e se servirà potrebbe essere utile una staffa di sostegno calcaneare.

3) Nella fase di rientro lavorativo o sportivo: sarà realizzata una tecnica stabilizzante multiassiale per garantire un supporto all’articolazione durante le sollecitazioni date dal carico.

    

Le foto di questi bendaggi sono tratti dal libro:

Bellia Rosario – Manuale di taping kinesiologico per la traumatologia sportiva moderna – ed. Nuova Piccin – 2017 Padova