La tallonite nello sport

Il termine tallonite viene comunemente utilizzato per descrivere una condizione dolorosa del tallone. Nel linguaggio clinico si preferisce invece parlare di dolore calcaneare o tallodinia.

                             

Il dolore al tallone è una fastidiosa sensazione, che il soggetto interessato avverte a livello del calcagno e, talvolta, nelle zone adiacenti.
In genere, compare in maniera graduale e tende a peggiorare progressivamente col tempo.
Possono aumentarne l’intensità, più o meno momentaneamente, svariate circostanze, tra cui: dare peso al calcagno dolente, camminare a lungo, correre o trascorrere molte ore in piedi.
Il dolore al tallone è un tipo di malessere che, spesso, caratterizza il risveglio mattutino e, in generale, tutti i periodi di inattività della durata di qualche ora. Con la ripresa dei movimenti, tende ad attenuarsi e la persona interessata avverte un sensibile sollievo.

Le cause alla base di tale sofferenza sono molteplici.

All’origine della sintomatologia dolorosa calcaneare possono infatti esserci patologie traumatiche, metaboliche, neurologiche e congenite, che a loro volta possono colpire le parti molli (tendiniti, borsiti, infiammazioni tendinee, fasciti) o quelle ossee (fratture da stress, spina calcaneare, artrosi astragalo calcaneare o più raramente tumori).

   

Anche semplici alterazioni posturali possono modificare l’assetto podalico e la distribuzione del carico su questa zona, determinando la comparsa di tallodinie.

Cause

  • obesità/sovrappeso
  • artrosi e patologie reumatiche
  • alterazioni posturali primarie o secondarie
  • calzature non idonee (tacchi alti, scarpe anti infortunistiche)
  • attività sportiva intensa o eccessiva per le proprie possibilità
  • malattie metaboliche (gotta) e reumatiche (spondilite anchilosante, artrite reumatoide
  • La fascite plantare, che è il fattore scatenante più comune
  • Le fratture da stress del calcagno
  • Le borsiti del calcagno
  • La sindrome del tunnel tarsale
  • La malattia di Sever
  • La spina calcaneare
  • L’atrofia del cuscinetto adiposo plantare
  • Le infiammazioni del tendine d’Achille
  • Postumi da rottura del tendine d’Achille.

La tallonite dello sportivo nella maggior parte dei casi  insorge a causa delle continue sollecitazioni e microtraumi subiti dal piede.  Si tratta di vere e proprie microlesioni che con il passare del tempo possono alterare la normale funzionalità del retropiede.
Gli sport più a rischio sono la corsa, il calcio, la pallavolo, il basket, la marcia ed in generale tutte le discipline che comportano notevoli sollecitazioni alla regione calcaneare. Tale rischio aumenta con il soprappeso, con la mancanza di allenamento e con l’utilizzo di calzature non idonee.

Molto spesso le scarpe sportive che si trovano nei supermercati non sono adatte a sopportare le fortissime sollecitazioni funzionali subite dal piede durante l’attività motoria. Nei negozi specializzati in articoli sportivi si possono invece trovare calzature speciali dotate, per esempio, di shock adsorber, uno speciale materiale situato nel tacco in grado di attenuare  le vibrazioni e lo shock da impatto ripetuto.
Nelle donne che indossano scarpe con tacco alto la tallonite può insorgere nel passaggio da una calzatura all’altra. Infatti la pressione esercitata sul tallone diminuisce all’aumentare dell’altezza della scarpa. Quando si indossa una calzatura più bassa il tallone può trovarsi impreparato a sostenere l’aumento di pressione sulle strutture ossee e legamentose.

Non a caso ai soggetti in sovrappeso o particolarmente pesanti viene consigliato l’acquisto di calzature sportive a tacco per alleggerire la pressione al retropiede e limitare il pericolo di lesioni. Alcuni atleti sono molto pesanti in base allo sport praticato ( sollevamento pesi, rugby, pallacanestro, ecc….) e le sollecitazioni a carico del piede sono molto forti, sia nell’avampiede che nel retropiede.

Anche il terreno sul quale viene praticata l’attività fisica è molto importante poiché superfici particolarmente rigide come campi sintetici, asfalto e cemento amplificano lo shock da impatto. Anche scarsa muscolatura e preparazione atletica sommaria possono contribuire alla comparsa di patologie calcaneari.  

Come abbiamo visto le patologie a carico del retropiede sono numerose e di svariata eziologia.
Diventa quindi fondamentale diagnosticare il prima possibile la causa del dolore calcaneare tramite una visita specialistica (esame radiografico, posturale, ecografia, risonanza magnetica ecc.).

Fortunatamente le talloniti comuni guariscono nel giro di pochi giorni (1-3 settimane a seconda del tipo e dell’entità del problema) salvo alcune forme croniche che possono richiedere tempi di guarigione molto più lunghi.

E’ tuttavia di fondamentale importanza affrontare tempestivamente il problema in modo da evitare possibili peggioramenti ed allontanare il rischio di paramorfismi compensativi.

Il soggetto colpito da tallonite tende infatti a limitare il carico sul piede dolente adattando la postura e la deambulazione. A lungo andare tali compensazioni possono causare problemi anche seri ad altre strutture corporee (bacino, colonna vertebrale e ginocchia).

Si consiglia pertanto di sospendere l’attività motoria ai primi sintomi dolorosi almeno fino a quando non si sarà ripristinata la normale funzionalità del retropiede. Si consiglia inoltre di applicare del ghiaccio sulla zona dolente nella fase acuta del trauma.

Inutile e pericoloso continuare gli allenamenti tentando di sopprimere il dolore con antidolorifici ed antinfiammatori. Sovraccaricare una struttura anatomica già compromessa potrebbe causare lesioni ben più gravi ed il prolungarsi della patologia potrebbe renderla cronica, quindi difficilmente curabile.
Se il problema non si risolve dopo aver osservato un periodo di riposo di due settimane è opportuno svolgere ulteriori indagini per determinare con maggiore precisione l’origine del dolore. Può capitare infatti che il semplice esame radiografico porti ad un’errata interpretazione della patologia.

Il dolore al tallone è un sintomo alquanto fastidioso, che affligge le persone con problematiche quali, per esempio: la fascite plantare, le fratture da stress del calcagno, le borsiti del calcagno, la sindrome del tunnel tarsale, la spina calcaneare e le infiammazioni o lesioni al tendine d’Achille.
In genere, il dolore al tallone è una sensazione che compare gradualmente e che peggiora in maniera drastica se l’individuo interessato cammina a lungo, corre o trascorre tante ore in piedi.
La diagnosi delle cause del dolore al tallone è importante per la pianificazione della terapia.
La terapia, quindi, dipende dai fattori scatenanti.
Il trattamento può essere di tipo conservativo oppure di tipo chirurgico. In genere, i medici preferiscono ricorrere al trattamento conservativo e si riservano di intervenire chirurgicamente solo in casi estremi.

Il dolore al tallone è una condizione molto comune, che, secondo alcune indagini statistiche, interesserebbe, almeno una volta nella vita, una persona ogni 10.
Le categorie di individui più a rischio di dolore al tallone sono due: la categoria di coloro che praticano corsa e o jogging regolarmente e la categoria degli adulti di età compresa tra i 40 e i 60 anni.

Fattori di rischio del dolore al tallone:

  • Età avanzata. L’invecchiamento comporta una riduzione della flessibilità della fascia plantare e un assottigliamento del cuscinetto adiposo situato inferiormente al calcagno
  • Diabete
  • Trascorrere molte ore del giorno in piedi
  • Attività fisica inadeguata (es: eccesso di allenamento, riscaldamento inadeguato ecc.)
  • Avere disfunzioni del piede: valgismo, piede cavo, ecc.

FRATTURE DA STRESS AL CALCAGNO

Le fratture da stress sono spesso la conseguenza di stress meccanici ai danni dell’osso o delle ossa interessate.
Le fratture da stress al calcagno riguardano, tipicamente, coloro che praticano regolarmente sport come la corsa o il jogging, i quali sovraccaricano continuamente le ossa dei piedi e in generale gli arti inferiori.

BORSITI DEL CALCAGNO

Con il termine “borsite“, i medici intendono l’infiammazione acuta o cronica di una borsa sierosa di un’articolazione.
Le borse sierose di un’articolazione sono piccole sacche ripiene di liquido sinoviale, aventi il compito di proteggere e ridurre i potenziali attriti tra le varie strutture articolari (quindi tra legamenti, tendini, ossa ecc).
Una borsiste del calcagno – nota anche come borsite del tallone o borsite retro calcaneare – è un’infiammazione di una delle borse sierose facenti parte dell’articolazione della caviglia.

SPINA CALCANEARE

La spina calcaneare è un osteofita localizzato a livello del calcagno.
Gli osteofiti sono piccoli speroni ossei – simili a una spina di rosa, a un becco o a un artiglio – che si formano lungo i margini articolari di ossa sottoposte a processi erosivi e irritativi dal carattere cronico.
Spesso associata a fascite plantare o a problematiche a carico del tendine d’Achille, la spina calcaneare può essere di due tipologie, a seconda della localizzazione dell’osteofita: la spina calcaneare posteriore e la spina calcaneare inferiore.

CAUSE DI DOLORE AL TALLONE non dovute all’attività sportiva

Altri possibili fattori scatenanti il dolore al tallone sono:

  • Un’osteomielite con interessamento del calcagno. Osteomielite è il termine medico che indica la presenza di un’infezione a livello osseo;
  • La malattia ossea di Paget. È una patologia molto rara, che indebolisce le ossa dello scheletro umano. Un sintomo tipico di questo indebolimento è il dolore alle ossa;
  • L’artrite reattiva. È un’infiammazione delle articolazioni del corpo umano, dalla doppia natura: infettiva e autoimmune. Oltre alle articolazioni, può interessare anche gli occhi e l’uretra;
  • La sarcoidosi. È una malattia autoimmune, che provoca uno stato infiammatorio generalizzato. Induce la comparsa, in varie regioni anatomiche, di masse proliferanti, chiamate granulomi;
  • L’artrite reumatoide. È un altro tipo di infiammazione delle articolazioni del corpo umano. Ha un’origine autoimmune;
  • La deformità di Haglund. È una particolare anomalia anatomica, in presenza della quale la persona interessata presenta una sorta di protuberanza sul calcagno.

I sintomi associati al dolore al tallone variano a seconda delle cause, che hanno dato origine alla sensazione dolorosa.
Per esempio, una condizione come la sindrome del tunnel tarsale determina, in aggiunta al dolore al tallone, formicolio e intorpidimento al piede interessato; una condizione come l’artrite reumatoide, invece, è responsabile di gonfiore e/o rigidità a carico del piede o della caviglia.

COMPLICAZIONI

Se è particolarmente intenso o non è trattato a dovere, il dolore al tallone può indurre il soggetto interessato a variare lo stile di camminata, per avvertire di meno la sensazione dolorosa. È un comportamento quasi automatico, che nel tempo può rivelarsi assai pericoloso e pregiudicare drasticamente la qualità della vita. Da esso, infatti, possono derivare problemi posturali, problemi articolari ecc.

Diagnosi

Per una diagnosi di dolore al tallone e delle sue cause sono sufficienti, molto spesso, l’esame obiettivo e l’anamnesi.
Il ricorso a ulteriori test diagnostici può essere utile ad essere più precisi, specie quando il paziente oltre alla sensazione dolorosa, lamenta altri sintomi, quali per esempio: formicolio/intorpidimento al piede interessato, febbre  alta, rigidità e/o gonfiore al piede e alla caviglia.
L’individuazione delle cause scatenanti è fondamentale per la pianificazione di una terapia adeguata.

Trattamento

Il trattamento del dolore al tallone dipende da almeno due fattori:

  • Le cause della sintomatologia e
  • L’intensità del sensazione dolorosa.

In genere, la terapia di prima linea è di tipo conservativo (o non chirurgico). Infatti, il ricorso alla chirurgia (terapia chirurgica) avviene solo quando il trattamento conservativo è risultato inefficace (o non ha dato i benefici sperati) e il paziente lamenta ancora un’intensa sensazione dolorosa.

TERAPIA CONSERVATIVA

La terapia conservativa per il dolore al tallone comprende:

  • Un periodo di riposo. Il riposo è fondamentale per recuperare da stati infiammatori, dovuti a traumi ripetuti ecc. Per riposo, s’intende evitare di camminare a lungo, correre, saltare o stare in piedi diverse ore consecutivamente;
  • L’assunzione di FANS. I FANS sono farmaci antinfiammatori. Il medico li prescrive con l’intenzione di ridurre la sensazione dolorosa.
  • L’applicazione di ghiaccio sul tallone dolente almeno 4-5 volte al giorno. Gli impacchi di ghiaccio hanno un incredibile potere antinfiammatorio. Ciascun impacco deve avere una durata minima di 15 minuti e non deve superare i 20 minuti;
  • Esercizi di stretching per l’allungamento dei muscoli del polpaccio e l’allungamento della fascia plantare. Gli esercizi di stretching sono numerosi e possono essere di notevole aiuto nel ridurre la sintomatologia dolorosa.
    Il consiglio dei medici è rivolgersi a un fisioterapista esperto, con una preparazione particolare nel trattamento delle problematiche del piede, della caviglia e del tendine d’Achille;
  • L’utilizzo di scarpe più appropriate, che aiutano il paziente a limitare il carico sui talloni. Per conoscere il modello di scarpe migliori, è bene rivolgersi a un podiatra.
  • L’utilizzo di ortesi plantari, che limitano il carico sui talloni. Come nel caso delle scarpe, per sapere quali plantari sono più indicati contro il dolore al tallone, è opportuno chiedere consiglio a un podiatra.
  • Possono essere utili dei bendaggi per avere un’azione sinergica al trattamento generale:
  1. Taping funzionale della fascia plantare nel caso di fascite plantare
  2. Taping kinseiologico Bellia System per sostenere le strutture infiammate o per decontratturare i muscoli retratti
  3. Taping fasciale con materiale anelastico.

Prevenzione

Non tutte le condizioni che possono provocare dolore al tallone sono prevenibili.
Precisato ciò, mantenere sotto controllo il peso corporeo (evitando quindi il sovrappeso e l’obesità) e indossare scarpe di buona fattura e adeguate alle attività praticate sono le principali contromisure, indicate dai medici, per ridurre il rischio d’insorgenza di un dolore al tallone.

Per leggere l’articolo completo: http://www.my-personaltrainer.it/salute-benessere/dolore-al-tallone.htm

I RIMEDI

Il modo migliore per rimediare alla tallonite è individuare l’esatta causa della sua presenza, per questo è sempre consigliato un controllo medico che possa indagare l’origine del dolore al tallone. E’ di fondamentale importanza affrontare il problema tempestivamente, in modo da evitare possibili peggioramenti ed allontanare il rischio di paramorfismi compensativi. Il soggetto colpito da tallonite, infatti, tende a limitare il carico sul piede dolente adattando la postura e la deambulazione. A lungo andare tali compensazioni possono causare problemi anche seri ad altre strutture corporee (bacino, colonna vertebrale e ginocchia).

Nel caso di talloniti comuni, il riposo e la sospensione di qualunque attività fisica che solleciti il tallone sono il rimedio più efficace. La tallonite, infatti,  guarisce naturalmente nel giro di 10-15 giorni.

Nel caso in cui la tallonite fosse invece causata da una fascite plantare, sono raccomandabili degli esercizi di stretching della fascia plantare, del polpaccio e del tendine di Achille. La chirurgia è riservata a quei casi di fascite particolarmente seri in cui si è venuta a creare una situazione in cui i rimedi naturali non sono sufficienti. In questo caso, sarà sicuramente necessario un periodo di riabilitazione.

Qualora la tallonite fosse dovuta a una borsite, sarà necessario capire la natura del problema: se di tipo anatomico, è probabile che si dovrà intervenire chirurgicamente; se indotta dall’uso di calzature non adatte o sessioni di allenamento sbagliate (sforzi eccessivi, ecc.), basterà riposare e, chiaramente, cambiare le calzature o migliorare i programmi di allenamento.

L’utilizzo delle solette, che hanno la proprietà di assorbire e disperdere le vibrazioni derivanti dall’energia prodotta dall’impatto piede/scarpa/terreno, permette di bloccare i microtraumi che si formano a causa di queste vibrazioni e che provocano ulteriore infiammazione. In tal modo le cure prescritte avranno la massima efficacia, non essendo più contrastate dal continuo insorgere di nuova infiammazione.
Questo rivoluzionario materiale, è un Dispositivo Medico di classe 1, unico al mondo e viene testato quotidianamente da esperti medici, atleti e persone comuni.

     

Per leggere l’articolo completo: http://www.noene-italia.com/tallonite/

In presenza di un dolore nel retropiede, risulta fondamentale rivolgersi ad un medico Ortopedico, che generalmente effettuerà una anamnesi, una visita clinica per individuare i fattori che hanno portato all’insorgenza del dolore.

Va inoltre fatto un esame della deambulazione e un esame posturale per studiare in maniera approfondita il disturbo.

Ricordo, che in medicina è fondamentale trattare il sintomo (Dolore), ma è altrettanto fondamentale studiare la causa che lo ha scatenato per poter curare la tallonite.

Per leggere l’articolo completo: http://www.mdmfisioterapia.it/patologie/tallonite-cura/

Curare la tallonite con i rimedi naturali

I rimedi naturali più consigliati in caso di tallonite sono nella maggior parte dei casi esercizi di stretching legati alla stimolazione plantare. Uno di questi prevede il posizionamento del piedi in corrispondenza dell’angolo formato tra pavimento e parete, di modo che la punta risulti piegata verso l’alto e si eserciti tensione sulla pianta del piede.

Il medesimo effetto può essere ottenuto posizionati a terra, mediante l’utilizzo di un telo o anche di un asciugamano. Seduti con le gambe distese far passare il tessuto dietro alla parte superiore del piede, poco sotto le dita, dopodiché tirare verso il busto esercitando quindi tensione sulla fascia plantare. Sia durante questo esercizio che nel precedente è bene non esercitare troppa energia, ma tenersi appena al di sopra della sogli di tensione minima.

Altro possibile esercizio prevede una distanza dalla parete o da altra tipologia di sostegno simile di circa 50-60 cm, a seconda della propria altezza. Portare all’indietro la gamba interessata e piegare al contempo l’altra, producendo tensione nell’arto più arretrato rispetto al busto. In ogni caso è bene cominciare, prima di eseguire gli esercizi veri e propri, con qualche passeggiata.

Rappresentano un possibile aiuto in fase di recupero il riposo, che è sempre consigliato nei primi giorni dopo l’infortunio, così come l’artiglio del diavolo, soprattutto in caso di problemi di tipo infiammatorio, così come il salice bianco, ad azione analgesica simile a quella offerta dall’aspirina.

Non sono consigliabili infine i trattamenti “conservativi”, in quanto eventuali terapie che tengano il dolore sotto controllo durante lo sforzo possono portare a un eccessivo carico sulla parte lesa e a un possibile nuovo e più grave infortunio.

Per leggere l’articolo completo: http://www.greenstyle.it/tallonite-sintomi-e-cura-114051.html