Riporto uno studio interessante, che può aiutare atleti e addetti ai lavori, in questo periodo di preparazione per affrontare in modo adeguato il recupero dopo l’insorgenza  del “dolore muscolare ad insorgenza  ritardata “ (DOMS)

L’indolenzimento muscolare a insorgenza ritardata, DOMS (Delayed onset muscle soreness) è un dolore muscolare che si presenta tra le 14 e le 72 ore dopo un’intensa attività muscolare.

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Questi dolori, che impacciano i movimenti anche per una riduzione dell’escursione articolare, limitata nel senso dell’allungamento muscolare. Molto frequente nei soggetti fuori allenamento, ma presente anche in quelli che, pur molto allenati, si cimentano in una disciplina per loro inusuale.

Si verifica inoltre dopo attività impegnative che obbligano ad un reclutamento massimale delle unità muscolari, senza un reale recupero, che permette alle miofibrille di ristabilire l’equilibrio cellulare.

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Cause

La causa del DOMS  è comunemente stata attribuita erroneamente a un deposito di acido lattico nei muscoli; tuttavia l’acido lattico, per il suo stesso ciclo metabolico, ad attività muscolare terminata non può permanere nel circolo sanguigno per più di qualche minuto al massimo 30 minuti, e questo permette che, successivamente, esso venga in larga parte smaltito anche a livello muscolare, nel giro di poco tempo.

Recenti ricerche attribuiscono la causa dell’insorgenza del DOMS a micro-lacerazioni del tessuto muscolare dovute a contrazioni muscolari  “eccentriche”, che giustificano un’origine metabolica e bio-meccanica. Comunemente questo fenomeno si verifica in soggetti generalmente non allenati (nello specifico non allenati a questo genere di movimenti), che effettuano sforzi di resistenza alla contrazione del muscolo Ciò si verifica -ad esempio- piegando le ginocchia nell’atterrare dopo un salto (sforzo di resistenza alla contrazione del muscolo quadricipite), o anche durante delle semplici flessioni, per la precisione mentre si scende verso il basso (sforzo di resistenza alla contrazione del muscolo bicipite). Caratteristici  di quei movimenti di “cedimento controllato”.

Decorso e approccio terapeutico

I sintomi del DOMS di norma scompaiono entro 2 o 3 giorni dall’attività fisica, ma possono perdurare anche fino a 6 o 7 giorni e oltre, raggiungendo il culmine proprio tra il secondo ed il terzo giorno successivo all’allenamento; durante il decorso, essi si ripresentano ogni qualvolta i muscoli interessati sono sollecitati in modalità “cedimento controllato”:  come  scendere banalmente delle scale (resistenza alla contrazione del quadricipite), potrebbero palesarsi i caratteristici fastidi o dolori locali ai muscoli interessati.

Continuare con l’allenamento dei muscoli indolenziti può causare un prolungamento dei sintomi; secondo alcuni è dunque consigliabile non allenarsi in presenza del DOMS o comunque allenare solo i muscoli non soggetti alla sintomatologia.

Per alleviare i sintomi si è spesso consigliato di effettuare stretching, sebbene vi siano tesi che ne sostengono la negatività. È stato dimostrato, infatti, che la stessa attività di stretching muscolare può causare il DOMS. Un rimedio interessante  è  praticare l’idroterapia, alternando getti di acqua calda a getti di acqua fredda sulla parte interessata.

Dall’esperienza personale l’utilizzo del taping kinesiologico, migliorando la stabilizzazione muscolare e la stimolazione dei meccanocettori, aiuta il processo riparativo con una “modulazione” adeguata del tono muscolare.

Il massaggio molto “leggero” con gel rinfrescante per il recupero da all’atleta un sollievo della sintomatologia, specie quando l’atleta è impegnato, suo malgrado, a gareggiare in giorni successivi e con sforzi impegnativi.