Trattamento delle cicatrici con il taping kinesiologico Bellia Integrato

 Le cicatrici di per sé non rientrano nella categoria delle patologie, tuttavia, se dotate di determinate caratteristiche, esse possono diventare fonte di alterazioni posturali, di dolori, di disagi organici o respiratori  dunque fonte di patologie.

 

    

Sotto la voce generica di cicatrici vengono inclusi: interventi chirurgici, ferite, abrasioni profonde, ustioni, tatuaggi.

Tutto ciò che altera lo stato della pelle e la sua integrità. Il tessuto cicatriziale spesso crea aderenze sottocutanee, perdita di elasticità (cheloidi), crea trazione meccanica sul tessuto circostante (pelle, muscolo, organi interni,ecc.).

  1. a) Danno meccanico (elasticità);
  2. b) Danno energetico (blocco energetico).

 

La fascia è un tessuto connettivo che avvolge tutti gli organi in senso tridimensionale e permette agli stessi di essere correttamente posizionati nelle varie aree anatomiche del corpo per il loro corretto funzionamento. Ogni muscolo e ognuna delle sue fibre e miofibrille sono avvolti dalla fascia. Questo importante tessuto è senza soluzione di continuità in tutto il corpo e per questo motivo qualsiasi cambiamento dello stesso, in una parte anatomica del soggetto, può produrre restrizioni  in aree distanti dalla stessa.

 

Dal punto di vista biomeccanico del sistema miofasciale, consideriamo che ogni contrazione del muscolo produca un’azione di mobilizzazione del sistema e che ogni restrizione miofasciale (cicatrice, aderenze tissutali, ecc.) disturbi il corretto funzionamento del muscolo stesso.

La fascia “trasmette” attraverso forme geometriche simili a triangoli tridimensionali che si adattano alle molteplici tensioni.

 

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Linee di Langer

 

Sono le linee di minor elasticità e deformabilità della cute. Per questa ragione  le incisioni chirurgiche le seguono per evitare cicatrici “disfunzionali”. Il nastro elastico deve essere applicato perpendicolarmente per accentuare le pliche cutanee (azione decompressiva).

I tatuaggi effettuati con tecniche esecutive invasive possono essere paragonati alle cicatrici, visto che l’azione dell’inchiostro che viene iniettato nella zona sottocutanea produce un certo “irrigidimento cutaneo”.

L’inchiostro per la sua “densità” dà origine ad una difficoltà di scorrimento dei piani cutanei, quando viene iniettato in profondità e in quantità elevate per creare gli effetti cromatici delle “sfumature”.

Sempre più spesso nella pratica clinica osserviamo delle persone che  soffrono di sintomi “riferiti” (rachialgie, ecc.), dopo aver effettuato un tatuaggio in zone corporee di interesse posturale in modalità “asimmetrica”.

E’ in atto uno studio internazionale specifico per confermare questa ipotesi da parte dell’Associazione Italiana Taping Kinesiologico.

La prova pratica per stabilire quanto il tatuaggio asimmetrico incide a livello disfunzionale della motricità globale consiste:

nell’applicare nella zona non tatuata contro laterale un nastro elastico che copra in maniera simmetrica la zona tatuata.

La  tensione del nastro deve essere adeguata allo stress cutaneo che determina il tatuaggio, che è dato dall’inchiostro e dalla profondità cutanea in cui è stato iniettato l’inchiostro stesso.

 

 

La cicatrice è un tessuto fibroso che si forma per riparare una lesione, (patologica o traumatica) ed è dovuta alla proliferazione del derma e dell’epidermide.

Nel processo di cicatrizzazione si possono presentare alterazioni: per eccesso (cicatrice ipertrofica) o per difetto (cicatrice atrofica). Alcune sono come delle piastrine gialle e colorite che possono a lungo andare regredire, peggiorare o diventare addirittura nere.

Nella cicatrice ipertrofica, il tessuto si forma in grande quantità rimanendo poi sempre rilevato e dolente.

Nella cicatrice atrofica, il tessuto che si forma è insufficiente e le ferite apparentemente rimarginate talvolta si riaprono. Si presenta soprattutto in soggetti affetti da condizioni patologiche, anemici e astenici.

Le caratteristiche delle cicatrici dipendono da dimensione, posizione, eventuale tecnica di sutura adottata per chiudere la ferita, ma anche da altri fattori completamente soggettivi, come età, l’etnia e la predisposizione al tipo di cicatrizzazione proprio di ciascun paziente.

Le cicatrici, di per sé, non rientrano nella categoria delle patologie. Tuttavia, se dotate di determinate caratteristiche, esse possono diventare fonte di alterazioni posturali, di dolori, di disagi organici o respiratori,  dunque fonte di patologie.

La loro “reattività”  può essere valutata con test chinesiologici di forza, per stabilire il grado di coinvolgimento negativo all’interno del sistema organico.

Sotto la voce generica di cicatrici vengono inclusi: interventi chirurgici, ferite, abrasioni profonde, ustioni, tatuaggi.

Tutto ciò che altera lo stato della pelle  e la sua integrità, spesso il tessuto cicatriziale crea aderenze sottocutanee, perdita di elasticità (cheloidi), oltre a trazione meccanica sul tessuto circostante (pelle, muscolo, organi interni,ecc.).

Da quanto sopra esposto si possono classificare le seguenti conseguenze:

  1. a) Danno meccanico (elasticità);
  2. b) Danno energetico (blocco energetico).

 

1)protocollo riabilitativo:

– terapia manuale: tecniche di scollamento manuale, massaggio trasverso profondo, massaggio connettivale,

   

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Screening test: esame posturale completo

cupping therapy

 

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– Crochetage

    

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– Stretching

– Physioblade Bellia System

     

– taping kinesiologico Bellia System

 

    

Il tessuto cicatriziale dando origine ad aderenze sottocutanee, perdita di elasticità (cheloidi), crea trazione meccanica sul tessuto circostante (pelle, muscolo, organi interni,ecc.). Il taping kinesiologico Bellia System cercherà di continuare l’azione prodotta durante la seduta di rieducazione con tecniche manuali e strumentali dei cheloidi di: scollamento, rivascolarizzazione tissutale, mobilizzazione articolare e cutanea, ecc.

Tecnica di applicazione del Taping Kinesiologico Bellia System

  1. Tecniche esecutive:
  • Spazio ( star space)
  • Tensione del nastro sulla cicatrice
  • Azione decompressiva

Tecniche esecutive di bendaggio delle cicatrici:

  • Azione Spazio

 Questa modalità applicativa è indicata nelle cicatrici di media dimensione, con  cheloidi importanti e in zone cutanee poco elastiche.

Si misura il nastro da utilizzare seguendo la dimensione della cicatrice in maniera longitudinale.

Il nastro di lunghezza in relazione alla cicatrice da trattare, sarà applicato con tensione al 50% dell’elasticità al centro e con le parti terminali a 0%. Sarà prodotta un’azione vacuum nella parte centrale della cicatrice con azione di “scollamento” tissutale.

  • Tensione del nastro sulla cicatrice

Questa modalità applicativa è indicata nelle cicatrici di media dimensione, con  cheloidi importanti e in zone cutanee poco elastiche.

Si misura il nastro da utilizzare seguendo la dimensione della cicatrice in maniera trasversale, avendo cura di far incrociare il nastro nelle zone più “retraenti”, dove si vuole avere un  effetto “vacuum” più importante.

Il nastro di lunghezza in relazione alla cicatrice da trattare sarà applicato con tensione al 50% dell’elasticità al centro e con le parti terminali a 0%, incrociando due nastri nel punto preciso.

La stessa procedura sarà ripetuta lungo tutta la cicatrice trasversalmente.

  • Azione decompressiva

Questa tecnica è indicata nelle zone di cute abbastanza elastiche dove si potrà sfruttare questa elasticità per favorire la formazione dell’effetto decompressivo cutaneo del nastro applicato sulla pelle. Si applicherà il nastro con la zona anatomica da bendare in massimo allungamento e depositando il nastro a 0% di tensione per favorire la formazione delle “grinze”.

  • seguendo la direzione della cicatrice

Questa modalità applicativa è indicata nelle cicatrici piccole, con pochi cheloidi e in zone cutanee elastiche: arti, tronco, ecc. Si misura il nastro da utilizzare seguendo la dimensione della cicatrice in maniera longitudinale, avendo cura di andare oltre di almeno 1/3 della cicatrice all’inizio e alla fine. Si applica la prima parte del nastro sulla cicatrice e poi attuando una trazione sul nastro già applicato si produce una trazione della pelle longitudinalmente e si applica la rimanenza del nastro senza tensione a 0% fino alla porzione terminale. Dopo aver attivato il nastro con lo sfregamento si noteranno le grinze che confermeranno l’azione decompressiva del tessuto cicatriziale.

  1. Traiettorie specifiche:
  • X: Adatta nelle cicatrici accollate in alcuni punti

Questa modalità applicativa è indicata nelle cicatrici di media dimensione, con  cheloidi importanti e in zone cutanee poco elastiche.

Si misura il nastro da utilizzare seguendo la dimensione della cicatrice in maniera trasversale, avendo cura di far incrociare il nastro nelle zone più “retraenti”, dove si vuole avere un  effetto “vacuum” più importante. Verrà utilizzato il nastro ad I di cm. 2,5 circa con la seguente modalità applicativa:

il nastro di lunghezza in relazione alla cicatrice da trattare sarà applicato con tensione al 50% dell’elasticità al centro e con le parti terminali a 0%, incrociando due nastri nel punto preciso.

La stessa procedura sarà ripetuta lungo tutta la cicatrice trasversalmente.

 

  • I contrapposte: Indicata nelle cicatrici con molti punti di critici

Questa modalità applicativa è indicata nelle cicatrici di grande dimensione, con  cheloidi importanti e in zone cutanee poco elastiche.

Si misura il nastro da utilizzare seguendo la dimensione della cicatrice in maniera trasversale, avendo cura di far agire il nastro per “effetto recoil” in maniera contrapposta per realizzare una mobilizzazione dei cheloidi in azione “scollamento” tissutale.

Verrà utilizzato il nastro ad I di cm. 2,5 circa con la seguente modalità applicativa:

il nastro, di lunghezza in relazione alla cicatrice da trattare, sarà applicato in direzione ortogonale alla cicatrice, con tensione al 50% dell’elasticità al centro della cicatrice e con le parti terminali a 0%, in maniera da localizzare l’azione di scollamento sopra la linea del cheloide. La successiva applicazione sarà nella direzione opposta con la medesima tecnica applicativa.

La stessa procedura sarà ripetuta lungo tutta la cicatrice ortogonalmente.

  • Spiga: Cicatrice che coinvolge anche l’area circostante
  • Ventagli obliqui: Ha un’azione più mobilizzante perché è ancorata

Questa modalità applicativa è indicata nelle cicatrici di media dimensione, con  cheloidi limitati e in zone cutanee poco elastiche.

Si misura il nastro da utilizzare seguendo la dimensione della cicatrice in maniera trasversale, avendo cura di far incrociare il nastro nelle zone più “retraenti”, dove si vuole avere un  effetto “vacuum” più importante. Verrà utilizzato il nastro a ventaglio di dimensione sufficiente alla zona da trattare, con la seguente modalità applicativa:

si useranno due ventagli, di lunghezza in relazione alla cicatrice da trattare sarà applicato in allungamento posturale della zona da bendare e depositando il nastro con tensione al 0% dell’elasticità. I due ventagli si incroceranno al centro della cicatrice, dove si attuerà una forte azione decompressiva.

  • Ventagli a rete: Specifica per i cheloidi da ustione ampi e resistenti
  • Rete: Specifica per i cheloidi da ustione in zone delicate
  • I : Efficace nelle cicatrici che schiacciano strutture nervose e vascolari
  • Web: per cicatrici ampie
  • Doppio Web: per cicatrici ampie e resistenti.
  • X sequenziale: per cicatrici con punti specifici di accollamento.

Questo materiale è tratto dal libro dell’autore Bellia Rosario –  casa editrice Alea, di Milano – MedEdu, dal titolo: Il taping kinesiologico nelle disfunzioni della colonna vertebrale – manuale  pratico di applicazione nella fisioterapia moderna ottobre 2013. Codice ISBN 978-88-6172-069-5

 

www.tapingbellia.com

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